Canto a Tenore Femminile

canto a tenore femminile

Tenore de Sardigna: Feminas de Judu

Ilaria Orefice fonda l’unico coro di canto a tenore femminile.

“Dedicato a tutte le donne coraggiose che sanno osare.”

 

Testo a cura di Oksana Management, Beverly Hills

 

 

Le convenzioni di genere da sempre nidificano arbitrariamente ambiti ad esclusivo dominio maschile, ma la storia, nel suo pragmatico ruolo di debunker, ci ha regalato storie di eccellenze femminili che hanno lasciato segni indelebili proprio in quei settori fino ad allora inviolati dal gentil sesso.
Marie Curie, Amelia Earhart, Junko Tabei, solo per citarne alcune, hanno dimostrato che non esiste sesso quando ci sono talento e ambizione.
Di esempi degni di nota ne abbiamo anche ai giorni nostri, una su tutte: Ilaria Orefice, moderna sfidante delle convenzioni sociali, che si è ritagliata un ruolo di prestigio nel mondo del canto a tenore, fondando l’unico coro di canto a tenore femminile.

 

Cos’è il canto a tenore

Canto a tenore, da non confondere con il registro vocale, di cui celebre è quello lirico, il canto a tenore è un genere di canto corale, nonché espressione artistica, sarda.
Ilaria Orefice, non solo ne è una magistrale interprete, ma è anche insegnante di canto armonico difonico e ricercatrice nel campo della vocalità.
Poiché l’UNESCO, nel 2005, ha inserito il “cantu a tenore” tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità, data l’unicità del genere, si può altrettanto affermare che la stessa Ilaria sia un patrimonio inestimabile per il mondo della musica.

 

Cos’è il canto armonico difonico

Il percorso della Orefice nel mondo didattico ha inizio nel 2011 con il canto moderno e si accompagna ad una continuo studio e ricerca nel campo musicale finché nel 2016 decide di settorializzare la sua competenza nell’ambito del canto armonico difonico.
Questa particolare tecnica vocale è spesso utilizzata nelle tradizioni musicali di diverse culture del mondo e deve la sua unicità alla produzione di effetti sonori suggestivi di difficile esecuzione.
Nel canto armonico difonico, conosciuto internazionalmente come overtone singing, il cantante produce contemporaneamente due o tre note distinte.

Padroneggiare questa tecnica vuol dire avere il pieno controllo degli armonici naturali della voce e poter scegliere quali amplificare per poter eseguire una melodia precisa.
Questo fenomeno si ottiene controllando e manipolando la forma della cavità orale per creare risonanze che permettano la produzione simultanea di più suoni, enfatizzare certe armoniche e sopprimerne altre, creando così un suono armonico distintivo.

 

 

Il canto a tenore: una tradizione patriarcale?

L’utilizzo controllato delle note e dei loro armonici ha un’origine antica e spirituale che risale alla tradizione tuvana, una piccola repubblica siberiana collocata al confine con la Mongolia. Sono tantissime le culture esotiche che ancora oggi adottano questa tipologia di canto come prezioso retaggio di usanze ancestrali da promuovere e omaggiare.

In Europa l’unica forma tradizionale di canto che sfrutta gli armonici è quella sarda, che tutt’oggi porta avanti questo patrimonio culturale millenario attraverso gruppi di cantori dediti a questo genere.
Ilaria, nata e cresciuta in Sardegna, si è appassionata e avvicinata a questa splendida tradizione musicale della sua terra natia, riscontrando con stupore come questa forma canora fosse perpetrata da soli uomini.

Con ancor più curiosità, iniziano, dunque, le ricerche sperimentali della Orefice che scopre che, oltre a motivi antropologici legati ad una tradizione culturale maschile, esistono motivi foniatrici per spiegare questa radicalizzazione di genere.
Le vocalità maschili sono spesso preferite nel canto a tenore per ragioni fisiologiche legate alla struttura anatomica delle voci maschili che permettono suoni penetranti e ricchi di rinforzi formantici su tessiture medio/basse.  Le caratteristiche timbriche e di proiezione vocale tipiche delle voci maschili, inoltre, possono adattarsi bene a stili musicali che richiedano un suono gutturale, proprio come quello del canto a tenore.

 

 

La sperimentazione del canto a tenore femminile

Come spesso accade nelle migliori delle scoperte, sfidare le convenzioni, porta a risultati sorprendenti, non fa eccezione la sperimentazione di Ilaria, che decide di voler sovvertire la tradizione e dar vita al canto a tenore femminile.
Il canto a tenore sardo, più diffuso nelle zone della Barbagia e Ogliastra, è generalmente composto da un quartetto di voci guidato dalla voce solista, “sa boche”, che scandisce ritmo e tonalità a cui le voci degli altri tre componenti devono unirsi armoniosamente. Si tramanda, quasi come in una fiaba antica, che le vocalità corali del tenore siano nate per imitazione della natura, “sa boche” interpreta l’uomo stesso ed è accompagnato da “su bassu”, il muggito del bue che corrisponde alla voce grave del basso, “sa contra” il belato della pecora esercitato dal contralto e “sa mesu boghe”, la mezza voce che ricorda il verso dell’agnello.
Ad utilizzare le tecniche che sfruttano l’effetto “difonico” sono il “bassu” e la “contra”, che con la loro vocalità gutturale creano un suono ruvido che viene stemperato dalla vivace melodia della “mesu boghe”. È questa completezza di frequenze armoniche che rende il canto a tenore così ricco e di grande impatto sonoro.
Ilaria Orefice mette insieme un gruppo di canto a tenore femminile, per sperimentare e scoprire il risultato sonoro dell’unione di sole voci femminili.

Nasce quindi il Tenore de Sardigna ~ Feminas de Judu (femmine di valore, coraggiose),  dedicato a tutte le donne di Sardegna.

 

La fondazione del Tenore de Sardigna e i suoi elementi

Ad accompagnare Ilaria nel suo percorso troviamo Marina nel ruolo di boghe, cantante folk e poetessa di Oristano, Luisa corista del Montiferru nel ruolo di Mesu boghe, Eleonora, ogliastrina, nel ruolo di contra, e Ilaria, della Marmilla nel ruolo di Bassu. È considerando questa varietà di territori, che Ilaria ha deciso di chiamare il coro ‘Tenore de Sardigna.’
La Orefice, sfruttando le sue conoscenze di canto mongolo e tuvano, di cui è docente dal 2016, e che sperimenta da ben prima, si cimenta nel ruolo di “bassu” sfoggiando la sua straordinaria tecnica di “falso cordale” per conseguire quella vocalità gutturale così facilmente raggiunta dalle corde vocali maschili.
Il risultato del canto a tenore femminile è stupefacente e unico nel suo genere, Ilaria è riuscita a creare un nuovo matrimonio canoro di voci femminili dal tocco distintivo e dall’interpretazione unica.
Sebbene la vocalità femminile sia l’innovazione introdotta dalla Orefice, la tradizione è comunque mantenuta viva dalla scelta dei brani da eseguire, che, si confermano essere anche per le “cantore”, delle poesie rimate in sardo. Come primo brano per questo esperimento sonoro, vi è la loro interpretazione del brano riadattato Bellas Barbaricina del coro A. Mesina di Orgosolo, ma attualmente stanno musicando una poesia scritta appositamente per loro che promette già di avere un analogo successo.

 

 

 

 


La Sherden Overtone Singing School e la didattica frontale

La Orefice, in parallelo all’attività del coro femminile ha portato avanti l’attività di docente in tutto il territorio italiano ed europeo, presso conservatori di musica, accademie teatrali e olistiche e associazioni di musicoterapia, nonché presso la scuola di canto armonico difonico Sherden Overtone Singing School da lei stessa fondata in Sardegna.
La valenza formativa, scientifica, performativa e spirituale dei suoi insegnamenti la portano a diventare un punto di riferimento per la didattica musicale tanto da condurre svariate masterclass nelle principali città europee e ad impartire lezioni individuali di canto moderno e canto armonico, ma anche il throat singing a diverse cantanti italiane.


La ricerca scientifica sull’overtone singing

Un ulteriore merito di Ilaria Orefice risiede nell’aver focalizzato l’attenzione del mondo accademico su questa particolare tecnica, agevolandone l’analisi da una prospettiva scientifica.
Affiancata da un team di professionisti, quali logopedisti e foniatri, nel 2020 pubblica su una prestigiosa rivista medica di rilevanza mondiale lo studio scientifico sulle modifiche fisiologiche delle strutture del tratto vocale durante il throat singing sardo, tuvano e khosa, che nel 2019 aveva già presentato alla Pacific Voice Conference di Cracovia.

 

Ilaria Orefice: virtuosa eccellenza della vocalità armonica

Il percorso di Ilaria Orefice nel mondo della musica e della sua didattica, ad oggi unica insegnante donna di throat singing in Italia, la individua come eccellenza italiana da far conoscere nel mondo e risaltare in ogni modo possibile.

 

Media Contacts:


ITALIA:
Ilaria Orefice
info@ilariaorefice.it
+39 351 8873559

USA:
Alex C.,
9350 Wilshire Blvd., Suite 203 – Beverly Hills, CA 90212 – USA
Cell: 323-533-8623

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